L’ultimo mio articolo (leggi “Quando lo shopping diventa ossessione: prima parte“) aveva il compito di far conoscere una delle Nuove Dipendenze, figlia della società di oggi, che gradualmente porta con sé numerosi cambiamenti e progressi, che a loro volta da un lato hanno indubbiamente portato innovazione nella nostra vita, ma al contempo hanno disgraziatamente strutturato una moltitudine di nuovi bisogni poco realistici, diventati irrinunciabili per ognuno di noi.

Oramai, il superfluo ci circonda e ci accompagna nel nostro modo di vestire, di comunicare, di giudicare l’altro per mezzo dello stesso, arrivando a quantificare persino il nostro valore personale attraverso ciò che di superfluo possediamo. Ciò che sta accadendo è che costruiamo un Io e un Noi fatto per la maggior parte di oggetti socialmente e culturalmente ‘’convenienti’’, che prendono il posto di ciò che è la Persona autentica, con la sua personale storia di vita.

Cesare Guerreschi, afferma che spesso la scelta di un oggetto piuttosto che l’altro, nasconde il bisogno più o meno cosciente di assemblare una propria identità dall’esterno, attraverso la possessione di determinati oggetti, valutati soggettivamente o socialmente di qualità vincente.

Oggi, nella società dei consumi, le aziende che si occupano di marketing studiano e lavorano per fare in modo che non si venda un prodotto o un oggetto, ma l’idea che lo stesso soddisfi un determinato bisogno dell’essere umano. In poche parole, in questi ultimi tempi di consumismo massificato, dove quelli che prima erano solo desideri sono diventati bisogni, AVERE significa ESSERE, e capita che si venga giudicati in base all’auto che si possiede o al marchio visibile sugli abiti.

Inoltre, con le diverse possibilità odierne di acquisto tramite internet (‘’basta un click’’), carta di credito e pagamento rateizzato, unito ad una cultura del bell’apparire, si diffonde sempre di più un modo di vivere, avere e comprare TUTTO E SUBITO. Sorrentino, (in Guerreschi. C., 2006) neurologo e membro dell’Accademia Americana di Neurologia, ha diviso lungo quattro categorie i dipendenti dello Shopping, in base al tipo di prodotto desiderato:

  • onnivori: acquistano tutto a seconda del caso;
  • collezionisti: comprano solo alcuni particolari oggetti;
  • maniaci dell’affare: acquistano ogni tipo di oggetto, purchè abbia un prezzo conveniente (ossessione per i coupon);
  • compratori virtuali: coloro che effettuano acquisti in Rete spendendo tanto tempo nella ricerca.

Risulta essere di fondamentale importanza, analizzare quale sia il prodotto prediletto di una determinata persona, in quanto potrebbe informare riguardo alla motivazione che si cela dietro al bisogno di acquistare quello piuttosto che un altro; le donne, nella maggior parte dei casi avvertono la compulsione di comprare diversi prodotti per il corpo o cura dell’aspetto e infatti spesso, una delle caratteristiche riscontrate ha a che fare con la bassa autostima che la persona ha, per cui sente di ‘’anestetizzare’’ fagocitando oggetti.

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Da numerose ricerche, le caratteristiche di personalità maggiormente riscontrate tra gli shopper compulsivi, sembrano essere:

  • basso livello di autostima e umore depresso;
  • presenza di livelli alti di ansia;
  • senso di inadeguatezza;
  • incapacità rispetto alla tolleranza della frustrazione;
  • funzionamento tipico dell’ossessivo e presenza di invidia.

Inoltre, una ricerca di Kyrios, Frost & Steketee (in Guerreschi C., 2006) che si è focalizzata sugli aspetti cognitivi (credenze e atteggiamenti), ha riscontrato:

  • credenze erronee rispetto ai benefici a livello psicologico del comprare;
  • difficoltà nella capacità decisionale;
  • credenze erronee riguardo alla natura degli oggetti, al loro potenziale e ai vantaggi nell’acquisto;
  • aspettative di perfezionismo legate a sé stesso.

Mc Elroy (1994), ha studiato a analizzato le fasi tipiche di un consumatore con disturbo compulsivo di acquisto:

  • I fase dell’anticipazione: il soggetto inizia a pensare di comprare un oggetto e ad avere delle preoccupazioni rispetto a ciò;
  • II fase della preparazione: il soggetto programma ogni passo prima dell’acquisto (dove, quando, come farlo e come vestirsi per);
  • III fase dell’avvicinamento: il soggetto si reca in negozio;
  • IV fase dell’acquisto effettivo: il soggetto raggiunge l’obiettivo, solitamente tramite carta di credito in quanto rende meno l’idea di ciò che si sta spendendo;
  • V fase dei sensi di colpa e vergogna, in quanto la persona si rende conto del reale bisogno legato a quel bene e allo stesso tempo delle conseguenze del suo comportamento, che sente di subire passivamente e ciò lo porta a deprimersi; il senso di frustrazione esperito sarà lo stesso che lo porterà ad acquistare nuovamente, allo scopo di sedare tale vissuto negativo, mantenendosi nel circolo vizioso dell’acquisto compulsivo.

Cosa fare?

Di fronte a casi di Shopping Compensatorio, ossia qualora la persona si sente giù di morale e sa che potrebbe accadere di trovarsi ad acquistare e a spendere più del previsto, e talvolta di Shopping Compulsivo, si possono di certo adottare alcune strategie, quali ad es:

  • prendere con sé pochi soldi  e pagare in contanti per avere un’idea più realistica di ciò che si sta spendendo;
  • fare una lista delle cose utili e comprare solo ciò che è in lista, barrando ogni singola voce a mano a mano che si acquista;
  • girare per negozi e vetrine solo durante gli orari di chiusura;
  • pensare ad un qualcosa da fare di alternativo, magari in compagnia, quando si percepisce l’impulso a comprare;
  • tenere solo una carta di credito.

Ovviamente, tali strategie risultano essere molto utili per eliminare il sintomo finchè la persona sente ancora di riuscire a seguirle, ma non vanno ad agire sulla causa del problema.

Per questo, infatti diventa di fondamentale importanza riferirsi ad un  professionista che possa aiutarti a trovare la motivazione intrinseca, che può avere risvolti affettivi ed emotivi più profondi che devono avere un giusto ‘’spazio terapeutico’’ individuale e/o di gruppo,  in alcuni casi supportato da una terapia farmacologica.

Ricordo che chi desidera scrivermi per approfondimenti, informazioni o risposte a dubbi e perplessità, può farlo all’indirizzo mail: info@cabrasvera.it.

Dott.ssa Vera Cabras

Studio: Via dell’Indipendenza, 61, Bologna

Cell: 3240848398

Bibliografia

Guerreschi C., (2006) ‘’Shopping Compulsivo’’, Bologna- Campomarzo Editrice

McElroy S.,Phillips K., Keck P. (1994) Obsessive Compulsive Spectrum Disorder. Journal of Clinical Psychiatry, 55, 33-53.

Vera Cabras

“Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi” Ernest Hemingway