Felice del successo avuto dalla prima parte dell’articolo, riprendo l’argomento approfondendo altri aspetti della Dipendenza Affettiva, quali:

Casistica;

Tipologie dipendenti affettivi;

Ipotesi cause;

Trattamento.

La Dipendenza Affettiva rientra nelle cosiddette New Addictions, ossia tutte quelle dipendenze in cui non si parla di abuso di sostanze chimiche o alcool, bensì di dinamiche psicologiche patologiche dirette verso un oggetto o comportamenti ripetitivi. Nel caso in questione, la dipendenza si stabilisce con l’oggetto d’amore.

Facendo un’analisi dei casi, sembra essere una patologia quasi totalmente femminile nella fascia tra i 20-50 anni, le quali presentano come tratti comuni:

  • Fragilità e bisogno costante di conferme;
  • Scarsa autostima e paura dell’abbandono, anche ipotetico;
  • Profondo e strutturato vissuto di inadeguatezza e scarso valore personale.

Pertanto, i soggetti subiscono la paura della separazione e della distanza, di mostrarsi per quello che sono e sentono di essere inferiori rispetto al/alla partner. Allo stesso tempo, provano rabbia e senso di colpa e investono le loro energie solo esclusivamente nella relazione, limitando fortemente la propria vita e gli scambi a livello sociale.

Le tipologie di Dipendenti Affettivi secondo l’Associazione ‘’Love Addicts Anonymous’’(Dipendenti Affettivi Anonimi), sono:

  • OLA (Obssesed Love Addict) o Dipendente Affettivo Ossessivo: Non riescono a lasciar andare il partner, anche nel caso in cui lui non sia disponibile a livello emotivo o sessuale, non disposto ad impegnarsi, non amorevole, distante, abusivo, maltrattante, etc;
  • I CLA (Codependent Love Addict) o Dipendente Affettivo Co-dipendente: sono i più comuni e riconosciuti. La maggior parte soffre di scarsa autostima e, a causa della stessa, cercano disperatamente di rimanere attaccati alla persona da cui dipendono, facendo di tutto per “prendersene cura” nella speranza di non essere lasciati o di essere un giorno ricambiati;
  • I RA (Relationship Addicts) o Dipendente dalla Relazione: a differenza degli altri, non sono più innamorati ma sono incapaci di lasciare andare e di rinunciare al partner. Spesso, la motivazione è legata al terrore di rimanere soli e alla paura del cambiamento. Inoltre, essi temono di ferire o abbandonare il loro compagno;
  • I NLA (Narcisistic Love Addicts) o Dipendente Affettivo Narcisista: utilizzano il dominare l’altro, la seduzione ed il trattenere l’altro per controllarlo. A differenza dei co-dipendenti, disposti a tollerare un notevole disagio, i narcisisti non accondiscendono a nulla che possa interferire con la loro felicità. Assorbiti da sè stessi, mascherano la loro bassa autostima attraverso la grandiosità. Piuttosto che essere ossessionati dalla relazione, appaiono distaccati ed indifferenti e per questo, raramente ci si può accorgere della loro dipendenza, finché il partner non cerca di lasciarli. In quel momento, essi entreranno in uno stato di panico ed useranno qualsiasi mezzo a loro disposizione per protrarre la relazione, incluso l’uso di violenza;
  • Gli ALA (Ambivalent Love Addicts) o Dipendente Affettivo Ambivalente: soffrono di un disturbo di personalità evitante, caratterizzato da eccessiva sensibilità al rifiuto e paura di instaurare nuovi rapporti o iniziare nuove attività. Essi, quindi non presentano difficoltà a lasciar andare il partner, quanto piuttosto a continuare. Ricercano disperatamente l’amore ma allo stesso tempo sono terrorizzati dall’intimità. Si suddividono in diverse categorie, dove alcuni di loro sono ossessionati da partner non disponibili e quindi dall’’amore non corrisposto’’ mentre altri distruggono le relazioni non appena queste diventano serie o quando percepiscono una minima intimità. Altri ancora, chiamati Seduttori Rifiutanti, cercano solo relazioni di sesso o di compagnia e i Dipendenti Romantici, al contrario, dipendono da più partners ai quali si legano in modo diverso, anche se i legami hanno tempi brevi e avvengono simultaneamente. Lo scopo è sempre quello di evitare una relazione più profonda con l’altro.

Ipotesi cause

In primis, vorrei sottolineare il fatto che la Dipendenza Affettiva è qualcosa che viene prima del rapporto di coppia; la persona ricerca in modo non consapevole un/una determinata partner per stabilire un certo tipo di relazione. Nel momento stesso in cui viene abbandonato, andrà a rifugiarsi in una nuova relazione dove trovare le medesime dinamiche. Parlando di dipendenza e quindi anche di attaccamento, le radici della problematica in questione, vanno ricercate nel rapporto con le figure significative.

E’ emerso come spesso i dipendenti affettivi siano cresciuti con la convinzione di non essere meritevoli di attenzioni o d’amore; da qui nasce la costante paura di essere abbandonati e di dover fare di tutto per mantenere il filo che lega l’altro. Solitamente, si tratta di bambini/e iper-responsabili, che hanno avuto fin da presto il compito di prendersi cura dei propri genitori, cresciuti con l’abitudine di pensare che per ricevere amore sia necessario sacrificarsi. Tra le storie dei dipendenti affettivi non è raro trovare racconti di abusi sessuali, maltrattamenti e violenze e da adulti diventa facile avere una soglia di tolleranza molto alta verso esperienze simili, se non più tragiche.

A causa del bassissimo livello di autostima, non si sentono/pensano come persone di valore e a causa di ciò, fanno i conti con un bisogno costante di apparire amabili, per colmare la sensazione di vuoto. Ad es. le donne dipendenti attuano comportamenti iperprotettivi nei confronti del proprio partner, rivestendo il ruolo di mamma, amica confidente o  infermiera, mettendo da parte propri desideri e bisogni, ed evitando qualsiasi conflitto. Spesso, si ritrovano a dover fare i conti con la rabbia che ri-direzionano verso di sé e con il senso di colpa per ciò che provano. Al contrario,  l’uomo dipendente spesso cela il proprio bisogno d’affetto dietro un eccesso di gelosia patologica o investendo proprie energie verso attività extra, ad es. sport, hobby o lavoro.

Il partner che mantiene una relazione con una persona dipendente, ha anch’esso il bisogno di essere protetto e accudito come un figlio, come per riproporre dinamiche familiari non consapevoli o al contrario ricopre il ruolo del partner sfuggente e irraggiungibile (es. sposato), per avere tutte le attenzioni su di sé.

Trattamento

La prima cosa in assoluto è prendere consapevolezza del problema e se in coppia, parlarne con il partner per darsi la possibilità di mettere in discussione l’incastro relazionale e decidere insieme cosa cambiare, affrontando le paure insieme. Se dovesse risultare difficile farlo da soli, è bene darsi il permesso di farsi aiutare, e quindi rivolgersi ad uno Psicoterapeuta con l’obiettivo di comprendere meglio le dinamiche che mantengono determinati comportamenti, pensieri e in modo particolare le emozioni. Scoprire le radici da cui nascono senso d’inadeguatezza personale e terrore dell’abbandono, permetterà alla persona di acquisire consapevolezza rispetto alla realtà e di scegliere, se desidera, di muoversi diversamente nella relazione, anzichè affannarsi per recuperare delle ‘’briciole d’ amore’’.

Resto a disposizione come sempre, per eventuali condivisioni e/o dubbi, ai seguenti recapiti:

Dott.ssa Vera Cabras

Psicoterapeuta- Analista transazionale
Esperta in Sessuologia Clinica e Nuove Dipendenze
Studio: Via dell’Indipendenza, 61 Bologna
Mail: cabrasvera28@gmail.com
Cell: 3240848398

Web: http://veracabras.altervista.org/

Vera Cabras

“Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi” Ernest Hemingway