Oggi affronterò un argomento poco conosciuto ma di grande importanza per la nostra salute: la Lipidomica.
La membrana cellulare rappresenta una delle strutture fondamentali ed è uno degli elementi più funzionali per gli organismi viventi. L’unità lipidica fondamentale della membrana cellulare è il fosfolipide, elemento caratterizzato da una struttura testa-coda di natura amfipatica.
La modalità di organizzazione delle membrane dipende dal tipo di acidi grassi presenti nei fosfolipidi e ciascun tessuto ha la sua tipica composizione di acidi grassi.
E’ riconosciuto ampiamente che il ruolo degli acidi grassi sia quello di mantenere un’idonea struttura del doppio strato della membrana, per far si che la fluidità e la permeabilità della membrana siano sempre ottimali. Ciò permette alla cellula di mantenere la sua identità, ma anche di collegarsi efficacemente all’esterno, scambiare nutrienti ed espellere le sostanze del catabolismo. Come detto, la composizione degli acidi grassi delle code dei fosfolipidi caratterizzano la struttura di tutta la membrana.
Gli acidi grassi possono essere di tipo saturo, con una tipica struttura lineare che si può organizzare in modo fortemente impacchettato, portando la membrana ad avere una ridotta permeabilità e fluidità.
Oppure, possono essere di tipo insaturo, con struttura ripiegata data dalla presenza delle insaturazioni o doppi legami lungo la catena di atomi di carbonio. Quando è presente un solo doppio legame, la struttura si dice monoinsatura. Quando i doppi legami sono più di uno si dice polinsaturo. Di questi ultimi, i più famosi sono gli acidi grassi omega-6 e gli acidi grassi omega-3.
Questi particolari sono anche detti essenziali, perché essi provengono solo dalla nutrizione.
Il precursore degli acidi grassi omega-6, l’acido linoleico, e il precursore degli acidi grassi omega-3, l’acido alfa linolenico, devono essere introdotti con la dieta. Ognuno di questi due viene poi processato enzimaticamente nell’organismo dando luogo a tutti gli altri componenti delle due famiglie.
La funzionalità della membrana cellulare è garantita dal giusto bilanciamento fra le concentrazioni di acidi grassi appartenenti alle famiglie sopra citate. Uno sbilanciamento a favore di una o dell’altra famiglia, può portare a varie problematiche di tipo fisio-patologico.
Mentre l’analisi lipidica mette in luce la composizione standard, la lipidomica si interessa non solo dei livelli di acidi grassi presenti ma anche delle correlazioni tra le varie vie biosintetiche, evidenziando scompensi tra le varie piste. L’approccio lipidomico è quello di monitorare ed interpretare le trasformazioni che la membrana può subire a causa di eventi fisiologici e patologici. Ad esempio, è stato evidenziato con sempre maggiore frequenza che lo stress creato da un eccesso di radicali liberi può determinare la modifica della composizione lipidica di una membrana cellulare.
La visione della lipidomica è dinamica, permettendo di entrare nel merito del metabolismo che collega la nutrizione alla realizzazione delle strutture cellulari, ma anche personalizzata perché, sulla base di notizie raccolte sul paziente, esamina e cerca di razionalizzare la situazione creata dal metabolismo soggettivo. In molti casi fisiologici, come la forte attività sportiva, una vita stressante o l’impossibilità di seguire una nutrizione razionalizzata, la lipidomica può dare un ottimo contributo ad inquadrare la situazione e portare il soggetto a recuperare il miglior bilancio possibile per la funzionalità della membrana.
Nell’individuo gli scompensi possono rimanere anche silenti, ovvero non causare alcuna patologia evidente. Con la lipidomica si può, quindi, operare nel senso della prevenzione di possibili scompensi silenti.
Abbiamo prima accennato alla capacità dello stress radicalico di modificare la composizione della membrana cellulare. Spesso, per combatterli, si usano integratori con capacità antiossidante o si assumono alimenti noti per queste capacità.
I radicali prodotti sia da fattori esogeni che endogeni possono innescare processi a catena che, nell’ambiente biologico, portano al danneggiamento, soprattutto in presenza di ossigeno e metalli. Nel primo caso (in presenza di ossigeno) si parla di stress ossidativo, con formazione di prodotti ossidati che si accumulano e influenzano la capacità di adattamento delle cellule alle diverse condizioni ambientali, rendendole più vulnerabili. Lo stresso ossidativo è studiato soprattutto nell’eziologia di patologie umane riguardanti l’invecchiamento e il foto danneggiamento della pelle, ma ora anche nelle patologie del sistema nervoso, cardiovascolare e immunitario.
Il danno radicalico più da lungo tempo conosciuto sugli acidi grassi è quello legato alle molecole polinsature ed è noto come perossidazione lipidica. La membrana colpita da questo processo ossidativo risulta essenzialmente depauperata del contenuto di lipidi polinsaturi. Questa azione dei radicali liberi colpisce anche i monoinsaturi portando a diverse inibizioni enzimatiche fino all’apoptosi o morte programmata della cellula.
Con la lipidomica possiamo quindi valutare la concentrazione delle varie famiglia di acidi grassi che compongono la membrana delle nostre cellule caratterizzandone il corretto funzionamento ma possiamo anche valutare la presenza di fenomeni di degradazione e trasformazione ad opera di radicali liberi.
La membrana che si andrà ad analizzare come marker della situazione di benessere generalizzato è quella del globulo rosso maturo perché la membrana di questa cellula è il risultato combinato di capacità biosintetiche, regime dietetico stabilizzato, presenza di cofattori per l’attività enzimatica ed epatica, fattori genetici e scambi cellulari. L’eritrocita maturo non può più biosintetizzare lipidi perciò la sua stabilità di membrana dipende solo dagli scambi che effettua con altri tessuti e con le lipoproteine circolanti.
Il globulo rosso dà informazioni su acidi grassi che sono anche importanti mediatori e segnalatori di processi infiammatori e immunitari.
Tramite questi eritrociti noi avremo un quadro lipidico completo sul rapporto tra gli acidi grassi saturi e monoinsaturi, equilibrio tra le famiglie di acidi grassi polinsaturi omega-6 e omega-3 e la componente di acido arachidonico, importante mediatore intracellulare e precursore delle prostaglandine, in diversi processi, compreso quello infiammatorio.
Ottenuti i risultati, di solito, si passa ad un trattamento nutraceutico mirato al ripristino delle condizioni ottimali della membrana cellulare. Fondamentale è però costruire un quadro della situazione individuale, con la determinazione del tipo e del fabbisogno lipidico, nonché dello stress ossidativo e la produzione di radicali dell’individuo stesso. I lipidi polinsaturi sono composti ad elevata ossidabilità ed alterabilità, con potenziale tossicità dei loro prodotti di degradazione.
La lipidomica dello stress radicalico è uno degli strumenti più indicati per individuare lo stato del soggetto. Acquisite le informazioni necessarie, la nutraceutica può essere assegnata in modo assolutamente personalizzato, costruito secondo l’effettiva necessità, pertanto dotato di una ottima prospettiva di efficacia.
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