L’alimentazione è alla base dello stato di salute dell’uomo; in ambito sportivo, sia individuale che di squadra, un’alimentazione bilanciata può incidere molto sul rendimento del/degli atleti, mantenendo la performance alta per tutta la durata della competizione senza cali energetici. Scoprire quindi che un alimento non è tollerato dall’organismo può alla lunga portare a disturbi, influendo sulla prestazione sportiva.
Facciamo però distinzione su due concetti spesso confusi ma molto diversi tra loro: allergia ed intolleranza.
- Sono considerate “allergie alimentari” tutte quelle manifestazioni che seguono l’assunzione di determinati alimenti (in un tempo non definito), il cui meccanismo è una reazione immunologica nei confronti dell’allergene presente in quell’alimento. Questa reazione si manifesta attraverso l’azione del sistema immunitario, che rappresenta un vera e propria difesa dell’organismo da tutti gli agenti esterni dell’organismo stesso.
- Sono definite, invece, “intolleranze alimentari” quelle sindromi in cui non è dimostrata una reazione immunologica anche se è stato dimostrato un rapporto tra i sintomi e l’assunzione dell’alimento. Le intolleranze alimentari sono una reazione cronica ad alimenti assunti frequentemente indipendentemente dalla quantità , il disturbo che provocano non è in relazione diretta all’assunzione ma può avvenire a distanza di tempo, anche fino a 72 ore dopo, con sintomi a carico di qualsiasi organo, apparato o sistema.
Ecco una breve lista degli alimenti che possono essere causa di allergia: soia, lievito, latte, uova, pesce e crostacei, arachidi, cereali, farina, nocciole, carne di maiale, pancetta, cioccolato, the, caffè, alcolici, mele, agrumi, sedano, additivi, preservanti, coloranti.
L’alimentazione contribuisce a migliorare e conservare sia la condizione psicofisica sia quella fisica; diventa quindi molto importante scoprire si vi sono alimenti che possono non essere tollerati dall’organismo dell’atleta, il quale, sul lungo periodo si troverebbe ad affrontare processi infiammatori e disturbi di vario genere. Le reazioni allergiche messe in atto dal sistema immunitario per proteggerci dall’allergene necessitano di energia che viene così sottratta ad altre funzioni con un conseguente calo della forza ed una maggiore predisposizione agli infortuni.
Caso estremo da analizzare è lo sportivo celiaco, ovvero un soggetto che è allergico al glutine. Lo sport e la celiachia rappresentano una situazione difficile, ma allo stesso tempo possibile attraverso un’alimentazione bilanciata e totalmente priva di glutine; la celiachia, infatti causa una serie di disturbi: ridotto assorbimento di minerali e vitamine, abbassamento del tono dell’umore e della concentrazione che giocano un ruolo fondamentale nello sportivo. Un atleta celiaco che segue un’alimentazione bilanciata gluten free può tranquillamente ottenere le stesse performance sportive di atleti non celiaci.
Un esempio ne è l’ex pilone della Nazionale italiana di Rugby, Martin Castrogiovanni che ha ottenuto risultati pazzeschi nonostante la sua condizione. Un capitolo a parte è quello legato ad un altro “numero 1“ del mondo, quello del tennista serbo Novak Djokovic. Il suo nutrizionista, anche se Djokovic non è propriamente celiaco, ha completamente eliminato dalla sua alimentazione il glutine in quanto, i cereali, provocavano disturbi al campione compromettendo così le sue performance. In questo caso si può parlare di sensibilità al glutine (o gluten sensitivity).
Fortunatamente oggi le aziende hanno fatto passi da gigante nella “ricerca e sviluppo” di prodotti senza glutine che sono facilmente reperibili anche nella grande distribuzione con un livello di qualità decisamente alto. Il celiaco che pratica sport non deve solamente evitare il glutine, ma deve seguire un’alimentazione che soddisfi il suo fabbisogno calorico e nutrizionale. Il problema di chi è affetto da celiachia (e non elimina totalmente il glutine) è che ha una ridotta capacità di assorbimento dei macro e micronutrienti a causa dell’atrofia dei villi intestinali, deputati appunto all’assorbimento delle sostanze nutritive. Di qui il rischio di avere delle vere e proprie carenze alimentari. L’unica cosa da fare per favorire un rapido ripristino della funzione assorbente è seguire un’alimentazione priva di glutine integrandola solo in un secondo momento con vitamine e sali minerali. Questo si può ottenere prestando attenzione alla preparazione e cottura dei cibi.
Qualche consiglio da seguire.
• Prestate attenzione alle cotture in quanto le carote cotte forniscono più Beta carotene (precursore della vitamina A) di quelle crude. Inoltre, essendo la vitamina A liposolubile, come la D,E e K, per il suo assorbimento è necessaria la presenza di un grasso, come l’olio extravergine d’oliva. • Per ridurre la perdita di minerali la cottura al vapore è senza dubbio la migliore, oppure se proprio si deve lessare, fatelo in poca acqua. • Per preservare la vitamina C sono da preferire le cotture brevi. Le spremute, quelle di arancia ricchissime di vitamina C, vanno consumate appena preparate perchè in pochi minuti la reazione con l’ossigeno annulla la sua azione antiossidante. In conclusione, i celiaci possono ottenere grandi performance sportive seguendo un’alimentazione priva di glutine correttamente bilanciata nel fabbisogno calorico.