Nel vocabolario della lingua italiana di Devoto e Oli, il prurito viene definito “sensazione cutanea che stimola a grattarsi”.
Il dermatologo Paolo Lisi parla di “sensazione cutanea a contenuto psichico particolare, definibile in quanto risveglia il bisogno istintivo del grattamento”.
Le molte definizioni del prurito che troviamo in letteratura oscillano tra due poli, uno a connotazione decisamente negativa, l’altro in cui gli aspetti negativi del prurito sono connessi ad aspetti invece positivi. Il prurito è sì una sensazione molesta, ma prelude al grattamento che è spesso fonte di piacere anche intenso.
Nella lingua parlata, prurito ha significati più ampi: significa voglia, desiderio, capriccio, libidine etc. “Te grattarò sta spissa” in dialetto veneto significa “Soddisferò il tuo capriccio”. Un’aggressività represssa è presente nel modo di dire “Mi prudono le mani”. L’imbarazzo (ovvero una situazione conflittuale) è rappresentato dal grattarsi la testa.
Il prurito è un tema assai studiato negli ultimi anni, sia dal punto di vista del suo meccanismo fisiologico sia guardandolo dal lato emotivo. Ma parliamo della relazione tra prurito e psiche. Prurito e grattamento possono derivare dall’inibizione di un’emozione quale collera, aggressività, imbarazzo, timidezza, confusione, ansia. Se queste situazioni non si risolvono ma tendono a cronicizzarsi, ecco che un sentimento di aggressività, che viene respinto perchè inaccettabile, può evolvere in una prurigo cronica.
Prurito si può avere quale risultato di un’identificazione: è difficile leggere (o scrivere) un articolo sul prurito senza darsi una grattatina. Il grattamento costituisce spesso una scarica motoria di una situazione emotiva legata all’imbarazzo o ad un’intensa concentrazione.
Il desiderio di grattarci che spesso abbiamo quando ci togliamo i vestiti prima di coricarci è stato interpretato variamente: non si esclude che esso possa significare un’energica presa di contatto con noi stessi dopo l’obbligo dell’abito che abbiamo indossato per tante ore.
Il grattarsi dà comunque piacere; il grattarci la schiena è del resto un piacere antico, comune a tutti i mammiferi. Negli animali è certamente legato all’esperienza sessuale in quanto nell’accoppiamento vi è una sollecitazione cutanea a livello dorsale; è probabile che abbia significati simili anche nell’uomo. D’altro canto, se ricordiamo che la pelle è una zona erogena nella sua interezza, ogni stimolazione cutanea, se non è tale da provocare dolore, dà piacere, e questo piacere ha spesso sfumature erotiche.
Naturalmente non esiste un modello unico di prurito psicogeno; esistono situazioni diverse di prurito, legate soprattutto alle esperienze infantili di ogni singolo individuo. Ciò è bene sottolinearlo, indipendentemente dalla causa attuale del prurito.
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