Il nome TECAR significa Trasferimento Energetico Capacitivo e Resistivo.
L’apparecchio in sé non ha niente di avveniristico: di rivoluzionario c’è però la tecnologia di base e soprattutto c’è ‘intuizione che ha permesso di inventare uno strumento capace di stimolare le energie di autoguarigione dell’organismo. La sorgente attiva è un generatore di radiofrequenza che emette un segnale modulabile di 0,5 megahertz, ma è il tessuto biologico stesso del paziente che agisce da condensatore. Nella zona sotto terapia si applica un elettrodo: questo avvia un flusso di cariche elettriche in movimento alternato (500.000 volte al secondo), che stimolano il processo biologico di riparazione.
L’effetto della tecar terapia è quello di creare un campo elettromagnetico che accumula e respinge le cariche elettriche libere presenti sotto forma di ioni in ogni substrato biologico; attraverso questo movimento si trasferisce al tessuto l’energia senza proiettarla dall’esterno e si generano all’interno del tessuto flussi di cariche elettriche naturali (dette tecnicamente “correnti di spostamento”). Queste correnti producono tre tipi di effetti benefici, specie nella terapia post traumatica:
- di tipo biochimico, ristabilisce l’ordine enzimatico delle cellule e accelera il metabolismo richiamando sangue ricco di ossigeno, accelera il flusso e facilita il drenaggio linfatico delle aree periferiche.
- di tipo termico ed induce un calore profondo, benefico e omogeneamente diffuso.
- i tipo meccanico: aumentando la velocità di scorrimento dei fluidi, la terapia drena i liquidi in eccesso e tonifica le pareti vascolari.
Uno dei vantaggi di questa tecnica rispetto ad altre terapie energetiche è che, poiché l’energia proviene dall’interno, è possibile interessare anche strati profondi con una dose minima e assolutamente innocua, senza gli effetti collaterali o i l pericolo di ustioni della pelle tipici di altre tecniche radianti più tradizionali. I risultati infatti vengono ottenuti richiamando le cariche elettriche naturali, quindi senza che la superfìcie cutanea sia attraversata da alcuna forma di energia. Mentre nei sistemi a proiezione radiante dall’esterno, oltre 1*80% dell’energia viene dispersa già nel primo millimetro dell’epidermide (con conseguente surriscaldamento dello strato cutaneo e minore efficacia dell’azione a livello profondo ). la tecar è in grado di raggiungere in profondità i muscoli, i tendini, le articolazioni e il tessuto osseo, innescando dall’interno dell’organismo una serie di reazioni chimiche che accelerano la riparazione dei tessuti lesi da trauma. La tecar terapia può essere applicata in modo selettivo sui diversi tessuti biologici: masse muscolari, legamenti, ossa.
Aseconda di come viene fatta passare la corrente nel corpo, può agire specificatamente sui tessuti molli, come i muscoli e il sistema vascolare e linfatico (tecnica capacitiva) o coinvolgere quelli a maggiore resistenza, come ossa, cartilagini, tendini e legamenti (tecnica resistiva). Sperimentata ormai su centinaia di atleti e migliaia di pazienti, la nuova tecnica è già diventata routine nella riabilitazione post traumatica, nel trattamento di distorsioni e lesioni dei legamenti, così come di tendiniti e borsiti. Ma la tecar terapia viene già applicata con successo anche nella cura di coxartrosi, pubalgia cronica, dolori articolari di varia natura, artrosi, dolori cervicali e lombari, infiammazioni delle ossa e dei muscoli. Una seduta tipica dura 20 minuti, con il paziente seduto o disteso su un lettino. Il costo del trattamento (che richiede mediamente una settimana, per un ciclo di 5 applicazioni) si aggira intorno ai 40 euro a seduta, anche perché richiede, rispetto ad altri trattamenti fisioterapici standard, una maggiore capacità manuale da parte del fisioterapista.
Ringraziamo i dottor Massimo Cappon. Estratto dal Corriere della Sera