Attualmente, almeno un terzo della popolazione lamenta la comparsa di varie forme allergiche, con uno spettro di manifestazioni cliniche assai variabili, che coinvolgono l’apparato respiratorio, l’apparato gastrointestinale e la cute.
Ma che cosa significa allergia?
Allergia deriva da due parole greche: allos che significa diverso, ergon che significa effetto. Quando si parla di allergia si intende perciò la reattività spontanea ed esagerata dell’organismo del soggetto allergico a particolari sostanze, che risultano invece innocue nell’80% della popolazione.
Quando si verifica una reazione allergica, per esempio ad una puntura di insetto, l’organismo produce istamina, un neurotrasmettitore che quando è presente in concentrazioni elevate può portare a shock anafilattico. I sintomi di un’intolleranza possono essere orticaria, vasodilatazione, secrezioni gastriche, ansia, attacchi di panico, eczemi.
Bisogna per prima cosa adottare un regime alimentare che sia il più possibile povero di istamina, riducendo o eliminando i cibi che contengono alte concentrazioni di istamina e preferendo invece quelli con concentrazioni basse di questa sostanza chimica considerando che non esiste un cibo completamente privo di istamina. Ecco gli alimenti ricchi di istamina o che ne provocano la liberazione: Frutta: ananas, banane, agrumi, fragole, uva, kiwi, limoni, ribes, lamponi, frutta secca, ciliegie, prugne, pesche noci, albicocche, papaya, mirtillo rosso. Verdure: pomodoro, spinaci, melanzane, crauti, zucca, lenticchie, fave. Proteine:
- formaggi stagionati e/o fermentati (emmenthal, roquefort, pecorino, parmigiano, gorgnzola, fontina, robiola); preferire ricotta fresca, crescenza, mozzarella.
- albume, salumi ed insaccati, fegato, pesce e crostacei , carne e pesce in scatola (sgombro, alici, acciughe, sardine, tonno)
Altri alimenti: vino, birra, alcolici, aceto, cioccolato, bibite (specialmente coca cola), alimenti in scatola, estratti di carne, lievito di birra, caffè, liquirizia Additivi: glutammato e acido benzoico