La riflessologia plantare deve le sue origini a forme di pressione su determinate zone del corpo, praticate a scopo terapeutico fin dall’antichità.
Già 5000 anni fa in Cina e in India era nota la possibilità di trattamento attraverso la pressione di punti specifici; tracce di simili terapie si trovano nella medicina dell’antico Egitto, in quella mesopotamica, fra le popolazione del bacino del Mediterraneo.
In Italia, la riflessologia plantare è arrivata sul finire degli anni ’70 ed è soprattutto a partire dagli ultimi dieci anni che comincia a essere conosciuta e seguita.
La riflessologia si basa sull’assunto che ogni cellula del corpo porta in sè le informazioni del Tutto, si dice che il microcosmo riflette il macrocosmo: ogni cellula contiene il sapere di tutte le altre cellule e per conseguenza di tutto l’organismo. Il nostro corpo non è un insieme di parti separate, ma una totalità indivisibile: agendo sul particolare, si hanno effetti sul generale.
L’esterno e l’interno del corpo umano sono della stessa natura: esistono solo forme diverse di organizzazione separate da una barriera, la pelle, che svolge un ruolo di scambio e comunicazione tra interno ed esterno. Se cambia l’esterno (segni che appaiono sulla pelle, sul corpo), cambia anche l’interno dell’uomo cioè le sue funzioni fisiologiche, le emozioni, il piano mentale. Da ciò si deduce che esistono legami fra una parte esterna del corpo e un organo interno: dalla periferia, applicando la riflessologia plantare, possiamo raggiungere l’organo interessato.
Nella pratica della riflessologia, i fiori di Bach possono costituire un valido aiuto. Utilizzando i rimedi appropriati sui punti riflessi dei piedi, i risultati del massaggio vengono potenziati ed è possibile praticare una sorta di “floriterapia indiretta” che apporterà molti benefici.
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