Con l’avvicinarsi delle belle giornate e dell’estate tanti sono i soggetti, sportivi e non, che chiedono a dietologi, nutrizionisti e, purtroppo, personal trainer, consigli sull’uso della l-carnitina, sostanza conosciuta ai più come “integratore brucia grassi”. In realtà la carnitina può svolgere vari ruoli all’interno del nostro organismo, molti dei quali sconosciuti alla maggioranza dei fruitori, o potenziali tali, di questa sostanza.

Per sapere cosa è, da dove deriva e quali sono i migliori modi per usarla, potete trovare un nostro articoli al seguente link  http://www.intothefitness.com/integratori-alimentari-la-carnitina/

Di seguito troverete una carrellata di studi, molti dei quali recentissimi, dove viene analizzato l’uso di questa sostanza anche in situazioni che vanno al di là del semplice dimagrimento e perdita di massa grassa.

In ordine troverete ultime novità riguardanti l’utilizzo di l-carnitina contro l’invecchiamento, nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative come il Morbo di Alzheimer ed, infine, contro l’infertilità e/o la ridotta motilità degli spermatozoi.

Tutti sanno che la L-carnitina è necessaria per la beta ossidazione degli acidi grassi a lunga catena a livello mitocondriale per la produzione di energia, con conseguente utilizzo di acidi grassi a scopo energetico, come conferma uno studio di Rebouche, pubblicato nel 2006 sul Modern Nutrition in Health and Disease (1).

L’invecchiamento è legato al passare degli anni sicuramente, ma, a livello biochimico e cellulare è anche legato al non più ottimale funzionamento dell’ attività mitocondriale e all’aumento della produzione di ossidanti di origine mitocondriale.

Oltre alla comparsa di maggiori radicali liberi e ossidandi, è stato visto che i livelli di L-carnitina tissutale diminuiscono con l’avanzare dell’età sia negli animali che nell’uomo (2). Una supplementazione di L-Carnitina in ratti anziani ha evidenziato una inversione nel declino delle attività mitocondriali nel muscolo scheletrico e cardiaco. Inoltre, questi miglioramenti, risultano più efficaci se la supplementazione di L-Carnitina è associata ad acido Alfa-Lipoico. La co-supplementazione in ratti anziani per un periodo di tempo più lungo (tre mesi) ha migliorato sia il numero di mitocondri totali che l’ultrastruttura mitocondriale dei neuroni nell’ippocampo (3).

La L-Carnitina,come detto poco più sopra, è stata studiata anche per capirne l’utilità a livello di prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Il trattamento con L-Carnitina ha portato ad una riduzione dei danni al muscolo cardiaco causati da ischemia in diversi modelli animali (4). Negli esseri umani la somministrazione di L-Carnitina, subito dopo la diagnosi di infarto del miocardio, ha migliorato il recupero del danno tissutale.

Uno studio (5) ha preso in esame 160 individui con diagnosi recente di infarto del miocardio. Metà di questi sono stati trattati con 4gr di l-carnitina al giorno per via orale in aggiunta alla cura farmacologica prescritta.

L’altra metà non ha assunto l-carnitina.

Dopo un anno di trattamento, il gruppo che aveva assunto l-carnitina aveva una incidenza della mortalità inferiore rispetto al gruppo che non aveva assunto niente se non i farmaci prescritti, con una % di 1.2 dei primi contro il 12.5 dei secondi.

Inoltre gli attacchi di angina pectoris erano molto meno frequenti.

Un altro studio (6-7) ha evidenziato che l’assunzione di L-carnitina può indurre una diminuzione del volume del ventricolo sinistro, limitando gli effetti negativi dell’infarto del miocardio.

Oltre all’infarto del miocardio è stato valutata anche l’utilità dell’ integrazione della l-carnitina in soggetti con ridotta capacità cardiaca. Sono stati valutati due gruppi di persone, uno ha assunto per via orale l-carnitina (2gr al giorno) ed un altro solo placebo (8). A distanza di 3 anni, la % di mortalità risultava inferiore nel primo gruppo rispetto al secondo. Inoltre la tolleranza allo sforzo era maggiore nel primo gruppo rispetto al secondo.

Altri studi hanno valutato l’utilità dell’assunzione orale di l-carnitina contemporaneamente alla terapia farmacologica per angina pectoris cronica. Viene evidenziato che risulta migliorata la tolleranza all’esercizio dei soggetti sottoposti all’esame. L’assunzione di l-carnitina è stata di 2gr al giorno (9). Altri studi, sempre con soggetti che hanno assunto 2gr al giorno di l-carnitina, hanno mostrato una diminuzione dell’incidenza delle contrazioni premature del ventricolo a riposo ed un ritardo della comparsa dell’angina sotto sforzo (10-11).

Per quanto riguarda il discorso legato alle malattie neurodegenerative, anche in questo caso gli scienziati si sono presi la briga di valutare l’efficacia o meno di questa nostra “sostanza miracolosa”.

Vari studi condotti agli inizi degli anni ’90 hanno suggerito che l’acetil l-carnitina, assunta per 12 mesi, 2-3grammi al giorno, può aiutare a rallentare il declino cognitivo nei pazienti con Morbo di Alzheimer (12-13). Studi successivi hanno specificato che in realtà la acetil l-carnitina rallenta il declino cognitivo solo in chi sviluppa la malattia entro i 65 anni di età(14). Un altro studio invece, prendendo come campione una popolazione di malati tra i 45 e i 65 anni, ha mostrato che il rallentamento non è così importante come ci si aspettava, anche usando 3g/die di acetil l-carnitina (15).

Di conseguenza, la reale efficacia dell’assunzione di l-carnitina ad alte dosi per questo tipo di patologia non è ancora del tutto chiara. Gli studi ci possono dare una indicazione in merito, ma per arrivare ad esprimerci con totale sicurezza bisogna aspettarne degli altri. Certo è che comunque i primi risultati sono incoraggianti in questo senso.

Capitolo spermatozoi e motilità.

La l-carnitina è concentrata, normalmente, nell’epididimo, dotto dell’apparato genitale maschile dove lo spermatozoo non ancora maturo si completa guadagnando la capacità di muoversi e fecondare l’ovulo femminile.

Due studi (16-17) hanno valutato l’assunzione di l-carnitina per via orale in più di 100 uomini (3grammi al giorno) per 4 mesi. I risultati hanno evidenziato una motilità migliorata rispetto al gruppo di controllo che aveva assunto solo un placebo.

Un altro studio (18) ha voluto valutare se la concentrazione e la motilità degli spermatozoi miglioravano in pazienti non fertili. Sono stati confrontati 86 pazienti non fertili, che dovevano assumere 2 grammi di l-carnitina al giorno per due mesi, con un gruppo di controllo che doveva assumere un placebo. Gli 86 soggetti del primo gruppo, alla fine, presentavano una concentrazione di spermatozoi maggiore rispetto al gruppo di controllo e rispetto all’inizio del test, due mesi prima. I risultati migliori si sono ottenuti con quei soggetti che presentavano i casi più gravi di motilità e concentrazioni di spermatozoi inferiori alla media del gruppo stesso.

Fermo restando che la l-carnitina è da considerarsi un integratori a tutti gli effetti e che l’eventuale assunzione alle dosi sopra riportate nei singoli studi per cercare di migliorare gli aspetti sopra descritti senza essere seguiti da un medico o da un professionista del settore è qualcosa di sconsigliatissimo, possiamo notare come un semplice integratore, conosciuto solo per una proprietà (la lotta al tessuto adiposo), possiede invece tante altre funzioni che, una volta avvalorate con studi precisi e pubblicazioni successive, possono coadiuvare la terapia farmacologica in alcuni casi o possono aiutare a prevenire, sempre usando il prodotto sotto stretto controllo medico, eventuali situazioni poco piacevoli.

  1. Rebouche CJ. Carnitine. In: Shils ME, Shike M, Ross AC, Caballero B, Cousins RJ, eds. Modern Nutrition in Health and Disease. 10th ed. Philadelphia: Lippincott, Williams & Wilkins; 2006:537-544.
  2. Costell M, O’Connor JE, Grisolia S. Age-dependent decrease of carnitine content in muscle of mice and humans. Biochem Biophys Res Commun. 1989;161(3):1135-1143
  3. Aliev G, Liu J, Shenk JC, et al. Neuronal mitochondrial amelioration by feeding acetyl-L-carnitine and lipoic acid to aged rats. J Cell Mol Med. 2009;13(2):320-333.
  4. Lopaschuk G. Regulation of carbohydrate metabolism in ischemia and reperfusion. Am Heart J. 2000;139(2 Pt 3):S115-119.
  5. Davini P, Bigalli A, Lamanna F, Boem A. Controlled study on L-carnitine therapeutic efficacy in post-infarction. Drugs Exp Clin Res. 1992;18(8):355-365.
  6. Colonna P, Iliceto S. Myocardial infarction and left ventricular remodeling: results of the CEDIM trial. Carnitine Ecocardiografia Digitalizzata Infarto Miocardico. Am Heart J. 2000;139(2 Pt 3):S124-130.
  7. Iliceto S, Scrutinio D, Bruzzi P, et al. Effects of L-carnitine administration on left ventricular remodeling after acute anterior myocardial infarction: the L-Carnitine Ecocardiografia Digitalizzata Infarto Miocardico (CEDIM) Trial. J Am Coll Cardiol. 1995;26(2):380-387.
  8. Rizos I. Three-year survival of patients with heart failure caused by dilated cardiomyopathy and L-carnitine administration. Am Heart J. 2000;139(2 Pt 3):S120-123.
  9. Cacciatore L, Cerio R, Ciarimboli M, et al. The therapeutic effect of L-carnitine in patients with exercise-induced stable angina: a controlled study. Drugs Exp Clin Res. 1991;17(4):225-235.
  10. Cherchi A, Lai C, Angelino F, et al. Effects of L-carnitine on exercise tolerance in chronic stable angina: a multicenter, double-blind, randomized, placebo controlled crossover study. Int J Clin Pharmacol Ther Toxicol. 1985;23(10):569-572.
  11. Iyer RN, Khan AA, Gupta A, Vajifdar BU, Lokhandwala YY. L-carnitine moderately improves the exercise tolerance in chronic stable angina. J Assoc Physicians India. 2000;48(11):1050-1052.
  12. Pettegrew JW, Klunk WE, Panchalingam K, Kanfer JN, McClure RJ. Clinical and neurochemical effects of acetyl-L-carnitine in Alzheimer’s disease. Neurobiol Aging. 1995;16(1):1-4.
  13. Sano M, Bell K, Cote L, et al. Double-blind parallel design pilot study of acetyl levocarnitine in patients with Alzheimer’s disease. Arch Neurol. 1992;49(11):1137-1141.
  14. Brooks JO, 3rd, Yesavage JA, Carta A, Bravi D. Acetyl L-carnitine slows decline in younger patients with Alzheimer’s disease: a reanalysis of a double-blind, placebo-controlled study using the trilinear approach. Int Psychogeriatr. 1998;10(2):193-203.
  15. Thal LJ, Calvani M, Amato A, Carta A. A 1-year controlled trial of acetyl-l-carnitine in early-onset AD. Neurology. 2000;55(6):805-810.
  16. Vitali G, Parente R, Melotti C. Carnitine supplementation in human idiopathic asthenospermia: clinical results. Drugs Exp Clin Res. 1995;21(4):157-159.
  17. Costa M, Canale D, Filicori M, D’Lddio S, Lenzi A. L-carnitine in idiopathic asthenozoospermia: a multicenter study. Italian Study Group on Carnitine and Male Infertility. Andrologia. 1994;26(3):155-159.
  18. Lenzi A, Lombardo F, Sgro P, et al. Use of carnitine therapy in selected cases of male factor infertility: a double-blind crossover trial. Fertil Steril. 2003;79(2):292-300.
Francesco Margheriti

Sono un biologo nutrizionista, laureato magistrale in Biologia della Salute, presso l’Università di Bologna. Esperto in nutrizione e nutrizione per lo sportivo, ho perfezionato i miei studi frequentando corsi post laurea e di aggiornamento continuo sulla nutrizione umana e sulle metodiche nutrizionali e di allenamento per lo sportivo. Ho approfondito le mie conoscenze nell’ambito della nutrizione per il celiaco e per i bambini in età pediatrica. Esperto in lipidomica e riequilibrio della membrana cellulare, nuova frontiera della medicina predittiva e in intolleranze e ipersensibilità agli alimenti.