Di proteine se ne parla tanto, soprattutto in ambito pediatrico, in quanto esse sono molecole assai importanti per diverse funzioni all’interno del nostro organismo: hanno il compito di formare e riparare i tessuti, agiscono da ormoni, anticorpi ed enzimi. Il problema legato alle proteine risiede nel fatto che la maggior parte delle persone eccede nel loro consumo, si fa fatica a comprendere che un abuso di proteine (oltrepassare quindi il fabbisogno giornaliero) è inutile e può divenire anche rischioso.
I grassi (clicca per approfondire) hanno un punto di deposito che è il tessuto adiposo, gli zuccheri si immagazzinano sotto forma di glicogeno (clicca per approfondire) nel fegato; per quanto riguarda le proteine, esse non hanno un organo di accumulo e, se non se ne introducono a sufficienza, l’organismo, per fare fronte alle esigenze, ricorre a quelle dei muscoli. Quindi, attenzione prima di tutto a non entrare in una circostanza nutrizionale di carenza proteica, soprattutto nell’età infantile dove la crescita e lo sviluppo devono essere i protagonisti, ma occorre star ancora più attenti a non eccedere.
Da decenni è noto che diminuendo l’apporto proteico della madre durante la gravidanza avremo un minore numero totale di cellule grasse del feto alla nascita. Questo spiega perché una eccessiva quantità di proteine nel feto tramite la madre e poi nel neonato favorisce la tendenza all’obesità. Basta guardare al contenuto proteico del latte umano che è basso, meno di un terzo di quello presente nel latte vaccino. La natura non può aver sbagliato nel creare il latte umano anche se la nostra presunzione e il nostro spirito superbo ci spinge a correggere la sua saggezza.
Tuttavia c’è una tendenza diffusa a somministrare al bambino, anche al di sotto dei due anni di età, proteine di origine animale come carne, uova e pesce. Le conseguenze sono che, da un lato, si superano le esigenze proteiche dell’organismo; dall’altro si favorisce la formazione di una corporeità massiccia che maschera lo sviluppo di una struttura organica grossolana, espressione di una crescita esagerata e innaturale dell’organismo.
Ci sono proteine e proteine. Tra le proteine (clicca per approfondire) di origine animale occorre naturalmente distinguere: mentre la carne e il pesce sono sostanze provenienti dal corpo degli animali, l’uovo è l’embrione da cui nascerà un animale, perciò le sue proteine sviluppano una grande dinamica e stimolano fortemente la crescita. Per questo la somministrazione delle uova richiede maggiore cautela.
Le proteine del latte, al contrario, non sono una parte dell’animale ma una sostanza per la nutrizione degli animali in crescita; per questo sono proteine che, usate in dosi ragionevoli, sono particolarmente adatte ai bimbi. Purtroppo l’apporto proteico necessario è superato costantemente nelle diete consumate oggi. Per mantenere alti apporti proteici, si è portati inevitabilmente ad usare le fonti animali che contengono grassi e colesterolo, aumentando il rischio di incorrere in età adulta in arteriosclerosi, tumori, osteoporosi, ipertensione, calcolosi urinaria, gotta. Le proteine animali, inoltre, sono tutti alimenti che devono essere sottoposti a cottura, facendoci perdere i benefici della dieta mediterranea che prevede l’uso di grassi crudi.
Quali gli effetti negativi dell’eccesso di proteine animali?
Secondo alcuni orientamenti della medicina, l’eccesso di proteine animali favorisce i fenomeni di sclerosi (indurimento) dell’organismo per vari motivi, non ultimo quello dell’alto contenuto in ferro delle proteine.
Lo noteremo dall’indubbia accelerazione che subiscono i processi di formazione ossea e articolare nel bambino sottoposto a questo tipo di stimolazione.
Favorisce inoltre un’azione tossica dei residui proteici non digeriti che invadono l’organismo e facilitano l’attacco parassitario di virus e batteri, provocando così una maggiore disposizione alle malattie infettive. I microrganismi si nutrono di questi residui che, non essendo digeriti, appartengono ancora alla vita degli animali da cui le proteine provengono. In pratica, attraverso un’assunzione incontrollata di proteine animali viene favorito uno squilibrio della flora batterica intestinale. Inoltre diventa difficile per i batteri intestinali digerire le fibre vegetali eventualmente assunte.
La tendenza catarrale rappresenta un importante tentativo attuato dall’organismo per contrastare la tendenza all’indurimento, alla sclerosi, cercando di rendere nuovamente plasmabile un organismo che si indurisce e cercando tramite l’azione espulsiva del catarro di mandare via questa vita parassitaria dall’interno dell’organismo.
Chi mangia troppa carne frequentemente è anche stitico. La riduzione dell’apporto proteico, soprattutto d’origine animale, favorisce una buona difesa contro catarri e infezioni. L’esperienza clinica in bambini passati attraverso una dieta a tendenza latteo vegetariana nei primi anni di vita porta a constatare un aumento delle difese immunitarie.
Nella crescita del bambino è infatti necessario attendere che abbia le forze per affrontare un nuovo alimento complesso, come la carne, almeno fino al secondo anno di vita. Quando sarà più grande potrà adeguarsi alle abitudini alimentari della famiglia. Con una corretta alimentazione integrale non c’è da temere carenza proteica purché si alternino i vari cereali, si usino moderatamente legumi e latticini, e poi frutta, verdura, aromi, grassi di buona qualità.
Sono da preferire prodotti da coltivazione biologica e biodinamica, ottimi per evitare la predisposizione ad allergie ed intolleranze alimentari.
Fonte: www.valorealimentare.it
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