Chi pratica sport sente spesso parlare di catabolismo muscolare; ma che cosa è esattamente?
Il catabolismo non è altro che un processo chimico abbastanza complesso di riduzione e disintegrazione dei macronutrienti che vengono divisi in molecole semplici con un conseguente rilascio di energia
Il rischio derivante del catabolismo è che spesso, questo processo, va a discapito della massa muscolare (o massa magra).
Questo processo chimico, oltre a produrre energia, assicura anche l’eliminazione di alcune sostanze di scarto non più utilizzabili dall’organismo.
Cerchiamo di capire in modo semplice come funziona il catabolismo muscolare.
L’organismo, grazie alla presenza di ossigeno nel sangue, “ossida” le sostanze nutritive che assumiamo con l’alimentazione (carboidrati, proteine e grassi), producendo l’energia necessaria per il suo funzionamento; durante questo processo di ossidazione, molto lento e graduale, vengono liberate poco alla volta le energie che ci consentono di compiere tutte le attività che svolgiamo abitualmente nell’arco della nostra vita.
I processi catabolici non sono tutti uguali e hanno tempistiche e durate diverse; ad esempio in condizioni normali l’ossidazione degli zuccheri, che fornisce energia immediata, richiede il consumo di una quantità limitata di ossigeno, mentre se sottoponiamo l’organismo a sforzi muscolari intensi, il fabbisogno di ossigeno aumenta notevolmente; in questa condizione, per assicurare che i tessuti ricevano la giusta quantità di ossigeno, lo zucchero può essere scisso attraverso un diverso processo metabolico che provoca la formazione di acido lattico nei muscoli, causandone il tipico indolenzimento.
Quali sono gli effetti del catabolismo?
Sappiamo che i carboidrati sono considerati la fonte di energia più semplice e veloce a cui l’organismo può attingere. Quando si sta seguendo una dieta iperproteica come ad esempio la dieta Metabolica, la dieta Dukan o la dieta Atkins, la quantità di carboidrati, e quindi di glicogeno, introdotti con l’alimentazione è molto ridotta se non nulla (fattore che porta alla drastica riduzione di glicogeno nel muscolo).
Questa condizione può portare a quello che viene definito catabolismo proteico; una conseguenza di questo processo è la possibile riduzione della massa muscolare in quanto l’organismo ha necessità di produrre energia e, non trovando scorte sufficienti di carboidrati, andrà ad attaccare la massa magra.
Come prevenire il catabolismo muscolare?
Alimentazione: il catabolismo proteico generalmente non si verifica quando si segue un regime alimentare sano, equilibrato e vario; può capitare però che si debba comunque ricorrere a una dieta.
Un consiglio che vi diamo in questi casi, è quello di considerare un’alimentazione tale da non creare un divario eccessivo tra carboidrati introdotti e quelli richiesti dall’organismo.
Inoltre, per evitare il catabolismo muscolare, nei soggetti con una buona massa muscolare si dovranno comunque prendere le dovute precauzioni; considerando che il muscolo “brucia” anche nei momenti di sedentarietà, dovremo evitare che l’organismo resti privo di zuccheri per periodi di tempo troppo lunghi.
Quindi i 3-4 pasti giornalieri intervallati da 2 spuntini si rivelano indispensabili; ricordiamo inoltre che, per evitare di imbattervi nel catabolismo durante la notte, è vivamente consigliato di assumere un mix di proteine a lento rilascio prima di andare a letto.
Sport: è importante assicurarsi che a causa di uno sforzo fisico intenso e prolungato le scorte di glicogeno non subiscano perdite superiori al 25%.
L’importanza del cortisolo.
Utilissimo per tenere sotto controllo il catabolismo, il cortisolo (leggi anche “Sovrallenamento: cos’è e come si previene.”) è il glucocorticoide umano più importante ed attivo in grado di mantenere costante il tasso di glucosio nel sangue.
In caso di digiuno, di restrizione calorica o intenso sforzo fisico, i livelli di glicogeno cominciano a scarseggiare nel nostro organismo, ed è proprio in questo momento che il cortisolo si rivela importantissimo; una delle sue proprietà più importanti è quella di limitare alcuni processi che tendono a ridurre il consumo del glucosio. (è da sapere però che la sua azione è contrastata dal testosterone, dall’insulina e dagli ormoni tiroidei).