L’ATP è la molecola energetica utilizzata dall’organismo.
È composta da una base di Adenina, una base di Ribosio e 3 radicali fosforici. La rottura dei legami che tengono uniti i radicali fosforici libera una notevole energia, utilizzata dall’organismo per il lavoro muscolare e per tutti i processi vitali.
L’utilizzo energetico dell’ATP determina il suo decadimento in ADP (Adenosina difosfato), con la cessione di un radicale fosforico. Mediante il metabolismo dei princìpi alimentari introdotti con l’alimentazione (protidi, glucidi e lipidi), l’organismo “ricarica” l’ADP, riconvertendola in ATP, sfruttando a tale scopo l’energia estratta dai nutrienti.
La sintesi di ATP può essere inibita, o rallentata, dall’uso di alcune sostanze presenti nei farmaci: D-4-dinitrofenolo, pentatrolfenolo, dicumarolo, oligomicina e aureovertina, sono fra i più comuni. L’ATP acquisisce energia da fosfati altamente energetici (es. creatinfosfato) cedendola a fosfati meno energetici (es. ADP, che viene in questo modo riconvertita in ATP). In ogni momento, nell’organismo, avviene la risintesi di ATP per mezzo dei sistemi anaerobici (alattacido e lattacido) ed aerobici.
Il sistema anaerobico Alattacido sfrutta la presenza di fosfati altamente energetici all’interno del muscolo (CP = creatinfosfato ). La reazione del creatinfosfato con l’ADP è catalizzata dall’enzima creatinchinasi ed è reversibile: ADP + CP = ATP + C Reazione di Lohmann
Il metabolismo anaerobico Alattacido è un metodo di produzione energetica, tipico del tessuto muscolare, che non prevede l’utilizzo di ossigeno e NON produce acido lattico; esso utilizza il substrato creatinfosfato (CP) ed è in grado di funzionare appieno solo per alcuni secondi. E’ un sistema metabolico tipico degli sforzi di brevissima durata che NON prevede lo scarto di molecole acide.
E’ un metodo di produzione energetica utile esclusivamente nella contrazione muscolare tipica delle prestazioni di forza, sia che si tratti di forza pura (massimale), forza esplosiva (potenza), forza veloce e forza elastica: è un meccanismo di produzione energetica tipico degli sport che prevedono l’erogazione massima dell’energia in un tempo piuttosto breve (sollevamento pesi , contrazioni di forza elastica ed esplosiva, corsa nei 100 metri piani o ad ostacoli, salti in alto e in lungo, lanci di peso, giavellotto, martello e disco, ecc.) La creatina fosfato è presente nel muscolo scheletrico in misura 5 volte maggiore rispetto all’ATP, ossia pari a circa 20/25 millimoli per Kg di muscolo. E’ una sostanza alcalinizzante, pertanto, la sua liberazione nell’organismo, determina un innalzamento del pH ematico, che di norma ha un valore pari a 7,4. Si assiste quindi ad un calo della sua acidità. Nella prima fase di sforzi intensi, che sollecitano la liberazione di energia per via anaerobica, e la conseguente liberazione di creatina, il sangue tende a diminuire la sua acidità.
Il metabolismo anaerobico Alattacido deve essere allenato attraverso due metodiche distinte ma complementari:
- Svolgimento dell’attività di muscolazione
- Trasformazione della capacità generale ottenuta nel gesto atletico specifico
Dal punto di vista teorico e metodologico, la via metabolica della fosfocreatina è allenabile soprattutto mediante tabelle di sviluppo della forza. Volendo scindere la preparazione muscolare generale da quella specifica, nella fase iniziale dell’anno assume un ruolo fondamentale l’utilizzo dei sovraccarichi, mentre avvicinandosi al periodo gara è essenziale che i risultati ottenuti nello sviluppo della forza vengano trasformati nel gesto atletico specifico. In definitiva, il metabolismo anaerobico Alattacido può migliorare sensibilmente grazie allo sviluppo della forza; quest’ultimo, grazie allo stimolo allenante (che si attesterà approssimativamente intorno ai 10 secondi – max 8 ripetizioni nell’utilizzo dei pesi) determina un esaurimento delle scorte muscolari di CP che, per il principio della supercompensazione, dovrebbero ricostituirsi in maniera completa e, pur di poco, maggiore.
Il sistema anaerobico Alattacido è caratteristico delle fibre muscolari rapide ( bianche o IIB), che per ruolo, sono le uniche ad avere le capacità di incaricarsi del lavoro muscolare molto intenso e breve. Durante un tipo di attività breve e intensa, il decremento della forza è collegato all’esaurimento delle riserve muscolari di CP. Tale produzione di energia viene pertanto utilizzata per attività come, scatto, velocità, salto, lancio, powerlifting, brevi sprint nelle discipline cicliche, cioè movimenti in cui la potenza e rapidità hanno un ruolo preminente.
L’assunzione di creatina monoidrato, sottoforma di integratori (leggi anche: “Integratori alimentari: la creatina.“), innalza i normali depositi di CP nell’ambiente muscolare, e rende più efficiente il sistema anaerobico alattacido.
In un atleta non è l’unico vantaggio osservabile: in sport di potenza, la cui durata induce a sfruttare il sistema anaerobico lattacido, una maggiore liberazione di creatina genera un effetto tampone sull’acido lattico stesso e,quindi, oltre a consentire una maggior durata dell’efficacia del sistema anaerobico alattacido, prepara la strada ad una maggiore tolleranza all’acido lattico rilasciato nella fase lattacida di uno sforzo anaerobico.
NB. Nella forza resistente, il metabolismo anaerobico Alattacido svolge un ruolo marginale rispetto al metabolismo anaerobico lattacido.
L’integrazione di creatina per svolgersi in maniera ottimale deve essere a base di un prodotto già tamponato o associata a:
- prodotti alcalinizzanti, per favorirne l’integrità al passaggio gastrico e l’assorbimento intestinale;
- fonti glucidiche ad alto indice glicemico per creare un picco insulinico utile alla metabolizzazione della creatina circolante.