‘’Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a veder voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva’’.
dal film “L’attimo fuggente”.
Il mio articolo di questa settimana vuole rendere omaggio ad una persona recentemente scomparsa, la cui morte ha scosso migliaia di persone tra cui anche me, che vuole ricordarlo per le sue facce buffe ed i suoi occhi sorridenti.
Quello che desidero fare è fermarmi a ripensare ad una delle frasi dette durante uno dei suoi più celebri film, quale è L’attimo fuggente, in quanto, a parer mio, racchiude un messaggio molto forte che noi tutti dovremo portare “in tasca”.
Perché?
Perché questa frase mette in evidenza un grosso potere che noi tutti abbiamo e che troppo spesso trascuriamo, quello di guardare le cose da una prospettiva diversa. Parlo di potere perché possiamo decidere quando e come farlo, se vogliamo.
Spesso, infatti, continuiamo a vivere, vedere e ad osservare eventi, persone e cose nello stesso modo di sempre anche se ci sentiamo insoddisfatti, infelici e sofferenti.
Da poco mi è capitato di osservare una vignetta molto significativa a proposito della diversa prospettiva, essa raffigurava il viaggio in autobus di due persone che compievano lo stesso percorso ma se da una parte c’era una persona felice che sorrideva ai colori della natura, dall’altra c’era chi con viso triste, vedeva dal finestrino lo stesso mondo con tonalità dal grigio al nero.
In un certo senso, è come se la persona decidesse di portare degli occhiali che non le permettono di vedere il mondo a colori.
La maggior parte delle volte siamo noi stessi a voler guardare la vita in una determinata maniera, filtrando selettivamente ciò che desideriamo conservare e sminuendo o cancellando altre informazioni solo perché in qualche modo non corrispondono a quello che noi pensiamo di sapere, di credere, che deve rimanere immutabile.
Per alcune persone, vedere da un’altra prospettiva è motivo di maggiore sofferenza, nella misura in cui sentono di dover lasciare qualcosa di familiare, di conosciuto; così accade che se parlate con una persona che ha l’abitudine di voler vedere sempre ‘’ciò che manca’’ vi verrà molto difficile fargli notare che in realtà sta trascurando dei dettagli che ci sono e che smonterebbero la sua teoria e la sua visione.
Ciò che ci è familiare infatti, ci permette di navigare in terreni già conosciuti e ci illude di avere una maggiore capacità gestionale e di problem solving mentre al contrario l’imprevisto o l’inaspettato ci fa sentire sulle spine ed inadeguati.
Una persona che ha deciso di portare avanti il copione di “insoddisfatto ed infelice” molto probabilmente non riuscirà così facilmente a cogliere i traguardi ottenuti perché la sua attenzione ricadrà sulle disgrazie accumulate e sulle occasioni perse.
D’altro canto, la stessa resistenza che quella persona impegna per mantenere immutato il suo mondo ci informa riguardo alla forza che mette nel proteggere le proprie abitudini e le proprie credenze, anziché convogliarla verso la decisione di cambiare prospettiva, vedere con altri occhi.
Noto spesso, anche nella mia attività privata, come diverse persone che si descrivono scontente e sfortunate vedano come unica soluzione all’orizzonte quella che si modifichi qualcosa all’esterno, magari che l’altro cambi o avvenga un mutamento nel contesto, fino a pensare talvolta di essere vittime di un destino nefasto e irreversibile.
Ciò porta l’individuo a vivere in attesa assumendo un ruolo passivo, che lo allontana dal rendersi consapevole di quella che è la sua responsabilità su ciò che possiede, che ha ottenuto o potrebbe ottenere in un futuro prossimo.
E’ lì che avviene il gap!
È proprio in quel momento che penso sia utile che ognuno di noi si chieda “cosa mi sta succedendo?”, “quanto di quello che mi accade è realisticamente di mia responsabilità?” e ancora “cosa posso fare IO per cambiare quello che sta succedendo?”; tale riflessione ci spingerebbe a guardarci dentro e a sfruttare le nostre risorse anziché aspettare qualcosa che provenga da fuori e su cui non abbiamo nessun potere.
Pertanto, mi unisco a gran voce a quello che è l’insegnamento del Prof. Keating ai suoi alunni e vi dico: “Decidete di cambiare prospettiva e di vivere da attori e non da spettatori!cercate di vedere le cose da angolazioni diverse e stupitevi di quello che potete cambiare da soli”.
D’altronde, lo stesso Proust diceva ”Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
Contatti Dott.ssa Vera Cabras Psicoterapeuta-Esperta in Nuove Dipendenze e Sessuologia Clinica Via dell’Indipendenza 61 Bologna Tel: 3240848398 Mail: cabrasvera28@gmail.com