Ai rovi di more, arbusti selvatici, si tende ad associare la preparazione di marmellate dei loro succosi frutti, ma questa pianta in passato era stata apprezzata per le proprietà curative delle foglie, della corteccia e delle radici. I frutti hanno una buona quantità di pectine, acido citrico, acido malico e vitamina C; le foglie sono invece particolarmente ricche di tannini. Appartiene alla famiglia delle Rosaceae, altre piante che ne fanno parte sono la rosa, il mandorlo, il melo e la fragola.
Nell’Antica Grecia il rovo veniva usato per curare la gotta. La medicina cinese ha sempre impiegato le bacche acerbe per curare problemi renali, incontinenza urinaria e impotenza. Gli antichi Romani usavano le foglie e la corteccia per ottenere benefici nelle emorragie gengivali e ne bevevano il decotto in caso di diarrea. Nel Medioevo, per alleviare le scottature e le bruciature, si applicavano le foglie di rovo sulla pelle.
Oggigiorno, gli erboristi prendono in considerazione soltanto l’azione antidiarroica. Il rovo possiede infatti un elevato contenuto di tannini che esplicano una notevole azione astringente, la stessa che favorisce la diminuzione di emorragie minori.
Masticando more mature si ottiene la risoluzione di afte e delle infiammazioni della mucosa orale. Inoltre, la natura vasocostrittrice di questo arbusto spiega anche il suo tradizionale impiego come antiemorroidale. In tal caso, si emerge una garza nella tintura o infuso concentrato di rovo e si eseguono applicazioni esterne.
Un’altra possibilità d’impiego è quella dell’azione rilassante sull’utero; potrebbe essere provato per contrastare i dolori mestruali.
Macerato glicerico.
I principi attivi del rovo possono rivelarsi utili per rallentare il progredire dell’osteoporosi e dell’artrosi: il macerato glicerico nutre le cartilagini e le mantiene elastiche; occorre prendere tre volte al giorno 30 gocce di macerato glicerico di rovo (Rubus fructicosus) associandolo a 30 gocce di ognuno dei seguenti macerati glicerici: mirtillo (Vaccinum vitis ideae) e sequoia (Sequoia gigantea). Nonostante si tratti di rimedi naturali, è preferibile non somministrare ai bambini di età inferiore a due anni e alle persone molto anziane.
Fonte: Oltre, rivista di naturopatia, anno VI – Giugno 2012 Contatti Email: naturopatiapilates@gmail.com Pagina Facebook: www.facebook.com/serena.naturopatiapilates