«Non si va per i negozi ad acquistare una qualche cosa di necessario, ma si ha sempre una ragione valida per comprare un nuovo paio di scarpe o l’ennesima borsetta senza mai utilizzarle in futuro. Tutto ciò avviene senza rimorso e sfoderando la carta di credito si possono pronunciare frasi del tipo:“ Tanto la lana cede sempre” (comprando un capo troppo piccolo); “E’ un tale affare”; “Se non lo compro mi pentirò nel momento in cui uscirò dal negozio”; “Al massimo lo regalo”; “Ne ho proprio bisogno”; “Tanto non sono fatte per camminare” (scarpe di due numeri più piccole)». Tratto dalla quadrilogia di Sophie Kinsella
Statistiche.
Circa il 5% degli Italiani soffre di eccessiva tendenza all’acquisto, di cui il 90% di sesso femminile di età tra 35 e 40 anni, anche se la diversa distribuzione di genere sembra uguagliarsi nel caso dello shopping on line. Sembra che la maggior parte degli articoli vengano acquistati con l’obiettivo di migliorare la propria immagine e attirare l’altro, quindi largo sfogo a gioielli, vestiti, scarpe, borse, etc.
Cosa accade?
La scrittrice Sophie Kinsella ha riscontrato un successo a livello mondiale con i suoi libri “I love Shopping”, “Shopping in bianco”, etc. raccontando la vita di Becky, protagonista incapace di resistere all’acquisto di vestiti, scarpe e ogni altro oggetto per lei interessante.
La prima ad occuparsi in maniera approfondita dello Shopping Compulsivo fu una studiosa statunitense, di nome McElroy, che nel 1994 indicò alcuni criteri diagnostici:
- Presenza di preoccupazione, impulso o comportamento verso l’acquisto non funzionali, vissuti come irresistibili, intrusivi o insensati;
- Acquisto frequente al di sopra delle proprie possibilità di oggetti inutili (o di cui non si ha bisogno), per un periodo di tempo maggiore di quello stabilito;
- Presenza di stress marcato conseguente alla eccessiva preoccupazione, impulso o comportamento del comprare, che influenza in maniera determinante il funzionamento sociale, lavorativo e causa inoltre problemi finanziari, nella fattispecie debiti e bancarotta;
- Comportamento reiterato del comprare che non si presenta solo ed esclusivamente in caso di mania o ipomania.
Lo Shopping Compulsivo, anche detto in inglese Compulsive Buying o Shopaholism, rientra nelle cosiddette New Addiction o Nuove Dipendenze e condivide con la Dipendenza da sostanze stesse caratteristiche:
- Perdita di controllo da parte del soggetto: ‘’Ho visto quella borsa e la devo avere’’, ‘’Non riesco a rientrare a casa con dei soldi in tasca’’, ‘’Quando sono lì non penso minimamente al portafoglio’’;
- Presenza di pensieri intrusivi e compulsività: ‘’Non posso uscire dal negozio a mani vuote’’, ‘’Devo assolutamente avere quello piuttosto che quell’altro’’;
- Tendenza a protrarre nel tempo il comportamento nonostante le reali possibilità economiche ( debiti, etc), sensi di colpa e problematiche familiari, lavorative, di salute e legali: ‘’So che non dovrei….non vorrei ma…’’, ‘’Ora mi sento veramente in colpa per…’’.
Sinteticamente, pertanto, lo Shopping compulsivo può essere identificato attraverso i 3 criteri chiave della Dipendenza in generale:
- Tolleranza: i soggetti aumentano progressivamente tempo e denaro spesi nell’acquisto;
- Craving: i soggetti avvertono incapacità di controllo nell’impulso all’acquisto;
- Astinenza: gli shopper provano sensazioni di irrequietezza e malessere generale in caso di impossibilità a fare acquisti.
Infatti, la persona esperisce un senso di coercizione irrazionale a mettere in atto determinati comportamenti che lui stesso riconosce come disfunzionali, per tamponare il vissuto di ansia.
Ciò che differenzia lo Shopping Compulsivo da quello praticato da tutte le persone in modo abitudinario, riguarda proprio la presenza di ansia, fintanto che non si compie l’azione del comprare, insieme all’ impossibilità di controllare l’impulso verso la stessa.
Il momento dell’acquisto, diventa pertanto liberatorio, catartico e la persona vive sensazioni di piacere tuttavia momentanei, in quanto subito dopo viene invasa dal senso di colpa.
Quando preoccuparsi?
Diventa utile innanzitutto non confondere la Sindrome dello Shopping Compulsivo con l’acquisto d’impulso, in quanto mentre nel primo caso lo stimolo proviene dall’interno come stato d’ansia per il quale ci si sente costretti ad acquistare al fine di alleviarlo, nel secondo lo stimolo è esterno, che si traduce magari con la visione di un oggetto particolarmente piacevole, che attira la nostra attenzione.
Allo stesso modo, è bene discriminare lo Shopping Compulsivo da quello Compensatorio (innocuo) che pratichiamo noi tutti, quando ad es. ci si sente giù di morale e si sente la voglia di coccolarsi un po’, che si differenzia per la presenza di sensazioni piacevoli distraenti che alleviano noia e tristezza e non cedono il posto a sensi di colpa e inadeguatezza insieme alla mancanza di senso di perdita di controllo durante l’acquisto.
Leggi anche la Seconda parte di questo articolo.
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