Alla lista di alimenti che possono scatenare attacchi di emicrania o cefalea se assunti in dosi eccessive (formaggi fermentati, cioccolata, aceto, würstel, cibi grassi, insaccati, pesce o carne affumicata, dadi, pomodori, alcuni legumi, fragole), si aggiunge oggi anche la soia.
Questa scoperta è stata fatta quasi per caso da un neurologo di Singapore che ha effettuato uno studio su se stesso con l’aiuto dei colleghi del reparto di neurologia del Singapore General Hospital e poi pubblicato sulla rivista Neurology.
In realtà il medico/paziente 57enne aveva cominciato ad assumere elevate quantità di soia nella sua dieta con lo scopo terapeutico di curare una grave forma di prostatite che non rispondeva ad altri trattamenti (le proprietà benefiche della soia contro l’infiammazione della prostata sono già note). Dopo sei mesi il quadro clinico è decisamente migliorato, ma ad un certo punto il medico ha cominciato ad accusare una cefalea temporale bilaterale sotto sforzo che, successivamente, si presentava anche a riposo.
Al dolore si sono poi associati, soprattutto al risveglio, i classici sintomi dell’emicrania con aura ovvero fotofobia e comparsa di scotomi visivi.
L’insorgere di un fenomeno come questo, soprattutto in un’età in cui questo fastidio va diminuendo, e soprattutto in un soggetto che non ne ha mai sofferto, potrebbe fare supporre che stia succedendo qualcosa di particolare all’organismo; infatti il medico analizzando i suoi esami ha scoperto che l’unico valore fuori norma era un aumento della pressione arteriosa.
Ha così ipotizzato che la causa potesse essere la grande quantità di soia che stava assumendo, infatti riducendo la quantità è stato bene per 10 mesi mantenendo solo qualche lieve fenomeno di aura visiva senza dolore; a questo punto la quantità è stata ridotta ulteriormente fino a che i sintomi sono scomparsi del tutto.
I ricercatori hanno provato a spiegare questo fenomeno sostenendo che gli isoflovanoidi della soia agiscono in modo simile agli estrogeni esogeni della pillola contraccettiva che, in donne predisposte, scatena notoriamente attacchi di cefalea e ciò spiegherebbe anche l’azione positiva della soia a livello dei recettori prostatici estrogenici di tipo beta.
Per quel che riguarda il cervello, invece, gli isoflovanoidi interferirebbero con la dilatazione dei vasi cerebrali agendo inoltre sui neuroni del principale centro di controllo del dolore emicranico.
Questo esperimento/studio ha indicato quali sono le giuste dosi di soia da utilizzare nella cura della prostata, parallelamente si è scoperto il possibile ruolo di questa sostanza nei casi di emicrania che si verificano in chi se ne nutre in modo eccessivo.
fotofobia