Recitava così la Strega cattiva che noi tutti abbiamo conosciuto attraverso la favola di Biancaneve, per scoprire la presenza di un’eventuale donna più bella di lei, fino a desiderarne la morte stessa non appena seppe che ne esisteva una. O ancora…abbiamo conosciuto la matrigna e le figlie Genoveffa e Anastasia, che facevano in modo che Cenerentola stesse in un posizione subordinata rispetto a loro, limitandone la libertà.
Ma cos’hanno in comune queste tre persone?
Vivono un forte sentimento spiacevole chiamato INVIDIA che acceca a tal punto da perdere la ragione, la logica e talvolta il senso di realtà. Nominato tra i 7 vizi capitali, rappresenta quello stato d’animo che si prova di fronte a una o più persone che possiedono un bene o una qualità che si vorrebbero per sé, comportando spesso rancore, ostilità e odio.
Vi è capitato di sentire fastidio mentre una vostra collega vi racconta di aver ricevuto in regalo dal partner un anello molto prezioso? Oppure provare rabbia quando la vostra amica vince una promozione? O ancora quando vi accorgete che un vostro amico percepisce uno stipendio con cui permettersi un tenore di vita migliore del vostro?! Potrei continuare ancora e forse riempire un’intera pagina, perché le situazioni potrebbero essere soggettivamente innumerevoli.
Inoltre, non si tratta solo di un vissuto conseguente alla consapevolezza che l’altro possiede qualcosa di materiale ma anche e soprattutto una qualità caratteriale, come ad es. l’ottimismo o la determinazione. Ciò che le accomuna è che agli occhi dell’invidioso, non appaiono come buone notizie di cui gioire o spunti per imparare qualcosa di buono dall’altro, ma bensì come situazioni spiacevoli in cui rendersi conto che non si possiede determinate qualità o beni, e per questo ci si sente inferiori all’altro.
Rispetto a queste situazioni, si può però reagire i due modi diversi:
- Uno in cui si prova quella che può essere definita come un’INVIDIA buona e sana, dove confrontarsi con l’altro diventa un’occasione per riconoscere i propri desideri/bisogni, valutare i propri limiti e le proprie risorse e attivarsi per migliorarsi e agire una sana competizione;
- Un altro in cui alla vista delle nostre ‘’mancanze’’ (l’altro possiede, io no), ci si sente divorati da un miscuglio di sentimenti negativi verso di sé e dell’altro che portano a non vedere più le proprie capacità e risorse, e l’unica soluzione sembra essere quella di screditare quelle dell’altro. In tal caso, si può arrivare a parlare di INVIDIA patologica, quando i pensieri e i sentimenti di astio e odio diventano invasivi e distruttivi e hanno l’obiettivo di demolire l’altra persona.
Come leggere l’INVIDIA? Quali ragioni?
Possono essere diverse:
- Bassa autostima e sfiducia;
- Mancanza di affetti stabili e costruttivi ;
- Frustrazione rispetto ad esperienze ripetute di desideri non realizzati.
La vita dell’invidioso risulta essere pertanto faticosa e caratterizzata da infelicità costante, così come diventa dura anche per chi si interfaccia con lui/lei.
La chiave risolutiva è rintracciabile nelle situazioni più lievi in un cambiamento di prospettiva in cui il soggetto apprende un nuovo modo di vedere e agire, mentre nei casi più difficili diventa utile parlarne con un esperto, al fine di rintracciare le cause alla base dell’invidia.
Di seguito, ho scelto per voi alcuni aforismi riguardanti l’argomento in questione:
- L’uomo invidioso pensa che se il suo vicino si rompe una gamba, egli sarà in grado di camminare meglio. (Helmut Schoeck)
- Quando non hanno più capelli trovano ridicoli i capelli lunghi. (Paul Léautaud)
- Gli uomini non conoscono la propria felicità, ma quella degli altri non gli sfugge mai. (Pierre Daninos)
- L’invidioso piange più del bene altrui che del proprio male. (Francisco de Quevedo)
Resto a disposizione per ogni dubbio o chiarimento ai seguenti contatti:
Dott.ssa Vera Cabras
Psicoterapeuta-Sessuologa Clinica-Esperta in Nuove Dipendenze
Studio: Via dell’Indipendenza, 61 Bologna
Tel: 3240848398
Mail: cabrasvera28@gmail.com