Spesso sentiamo parlare di “light” come fosse manna dal cielo quando non vogliamo rinunciare alle nostre bibite preferite ma siamo ossessionati dalle calorie assunte. Bene, cerchiamo di capire quanto di vero c’è dietro lo stereotipo “zero zuccheri, zero calorie, zero problemi!”

Innanzitutto sorge spontaneo chiedersi come facciano queste bibite pur non avendo zucchero (il classico saccarosio per intenderci), a risultare così dolci al palato. Il segreto della loro dolcezza sta in un edulcorante, l’aspartame, che ha un potere dolcificante 200 volte maggiore rispetto al saccarosio, aggiunto per questo in quantità modestissime; di qui deriva l’assenza quasi totale di calorie.

E fin qui va tutto benissimo.

Ma con la parola aspartame si apre un mondo tutto da scoprire, in cui cercare la verità può risultare un compito arduo. Diversi studi scientifici, spesso poco divulgati, hanno dimostrato che l’assunzione di aspartame, somministrato ai nostri amici meno fortunati – gli animali da laboratorio – può portare nel tempo alla comparsa di alcune forme di tumore.

Senza entrare troppo nello specifico – non vorrei annoiarvi con un trattato scientifico – i prodotti contenenti aspartame risultano essere doppiamente pericolosi quando vengono conservati/stoccati a temperature che superano i 30°C. In queste condizioni, dall’aspartame si forma metanolo, alcol di cui tutti conosciamo la tossicità.

Di qui derivano una serie di effetti collaterali dovuti all’assunzione di aspartame/metanolo (bruciore agli occhi, capogiri, palpitazioni, reazioni cutanee.. solo per citarne alcuni), per arrivare nel peggiore dei casi alla manifestazione del cancro.

La “Food and Drug Administration” – organizzazione statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici – ha approvato l’utilizzo di aspartame negli alimenti, negli Stati Uniti, nel 1981 e nonostante tutti i dubbi relativi alla sua sicurezza il suo utilizzo è ancora oggi permesso.

A voi le considerazioni finali di rito, io chiudo consigliandovi un intramontabile e mai banale frullato, come questo con cetriolo, limone e menta con pochissime calorie ma gustosissimo.

Alla prossima!

Riccardo Buzzi

Fondatore di Into the Fitness e mi occupo della gestione di tutta la parte tecnica, commerciale ed organizzativa; ovviamente supportato da collaboratori di primo piano! Un lavoro, il mio, nato per caso, che mi ha portato ad abbandonare quasi del tutto la mia precedente attività di consulente immobiliare. Da tempo, infatti sentivo l’esigenza di riunire sotto un unico “cappello” un team di professionisti seri e preparatissimi che potesse fare chiarezza in un mondo, quello del fitness e dell’alimentazione, ricco di ignoranza e convinzioni sbagliate. Fin da piccolo lo sport ha fatto parte della mia vita, ho praticato e pratico tutt’ora diverse discipline tra cui ginnastica artistica, palestra, pesistica, Kickboxing, Thai Boxe…e chi più ne ha più ne metta. Ultimamente ho scoperto l’allenamento funzionale, o come piace dire a molti Functional Training. Mi sono talmente appassionato che nel corso del 2014 ho deciso di iscrivermi al corso tenuto da FBI – Fitness Best Innovation, ed ottenere così il diploma di Istruttore di Functional Training con specializzazione Kettlebell, Sandbag, Bilancieri, Bosu e corpo libero. A breve completerò il percorso con il TRX. Da buon bolognese che si rispetti la mia seconda passione è la cucina, e vivere in questa città non è il massimo per chi cerca di seguire una sana alimentazione…perché si sa…Bologna è anche chiamata “La Grassa”. Ma non mi arrendo e cerco di fare convivere tortellini e lasagne con uno stile di vita “light”! E vi dirò…non è poi così difficile…ogni volta che mi viene un dubbio…posso sempre rivolgermi ad uno dei nostri professionisti!